Uno degli elementi di successo delle imprese è stato individuato nel presidio dei mercati internazionali. Deve quindi essere di primaria importanza promuovere questa linea strategica e favorire l’accesso e l’espansione delle imprese sui mercati esteri, intesi con un’ampia accezione.
Su queste basi è stato costruito da Confindustria a livello nazionale un confronto ampio e strutturato con il Ministero dello Sviluppo Economico sulle attività svolte dalla Cabina di Regia per l’Italia Internazionale, condividendo la definizione delle linee guida e degli obiettivi fissati per l’anno 2015.
Dobbiamo continuare e consolidare le buone prassi affinché ci si possa muovere in un quadro chiaro e definito delle politiche per l’internazionalizzazione nel quale si costruisca un forte raccordo fra i diversi enti ed istituzioni per ottimizzare le risorse in una logica di sistema.
La Lombardia è una regione a forte vocazione internazionale, ospita 4.721 imprese a partecipazione estera e il 47% di tutte le multinazionali presenti in Italia. Il nostro export rappresenta il 30% circa di quello nazionale e più del 40% è destinato a mercati extra UE, inoltre, la nostra è la migliore regione del sud Europa per attrattività. Le imprese lombarde hanno poi mantenuto una buona performance anche durante la crisi economica: dal 2009 le esportazioni hanno registrato un tasso di crescita del 15% rispetto ai livelli pre crisi. L’alta internazionalizzazione è anche in uscita: le nostre imprese hanno investimenti esteri, joint venture e sedi commerciali in tutto il mondo.
C’è però ancora molto da lavorare affinché l’internazionalizzazione delle nostre imprese cresca e diventi stabile. In questa prospettiva Confindustria Lombardia, insieme a tutte le sue associazioni territoriali, propone una strategia finalizzata alla promozione del sistema industriale lombardo, e delle sue tante eccellenze come il manifatturiero, per consolidare nuove prassi e incrementare gli scambi con l’estero a favore di entrambe le parti. Nello svolgere l’attività di internazionalizzazione è poi fondamentale concentrarsi sui reali bisogni delle imprese. Come emerso dall’Indagine Internazionalizzazione di Confindustria Lombardia effettuata su un campione di associate, infatti, le priorità sulle quali le aziende chiedono alle associazioni imprenditoriali un forte supporto sono: ricerca controparti estere; organizzazione incontri Business to Business; consulenza su contrattualistica estera e fiscalità internazionale; consulenza su problematiche doganali.
Supportare le imprese in tutta una serie di attività burocratiche, aiutarle ad trovare altri fornitori e partner non significa solamente ottenere una posizione competitiva più favorevole per l’impresa ma anche garantirne la vitalità nel lungo termine e i posti di lavoro nell’economia lombarda
Il tema è già sull’agenda di molte imprese e istituzioni, ma non basta. Deve diventare un meccanismo pervasivo e diffuso, e non la buona pratica di alcuni illuminati precursori. Troppo spesso le attività internazionali delle imprese sono viste con sospetto, evidenziando solo il loro impatto sul piano occupazionale di breve periodo o solo la ricerca di input a basso costo, se non addirittura come pratiche per sfuggire ad una fiscalità complessa ed opprimente. Eppure la competizione si svolge a livello globale e le imprese devono essere messe nelle condizioni di ottenere quanto di meglio ogni paese può offrire. Anche la Commissione Europea riconosce che “l’internazionalizzazione non consiste solamente nell’esportazione.
Ad esempio, la cooperazione transfrontaliera, la partecipazione a reti economicamente efficaci, la ricerca di approvvigionamenti competitivi o di nuove tecnologie sono elementi importanti”. All’interno delle strategie e dei programmi di internazionalizzazione non possono non avere un posto d’onore quelli con l’Unione Europea, ambito nel quale Confindustria Lombardia è già da tempo presente e attiva.
“Abbiamo scelto un titolo ambizioso: l’Europa, una svolta per lo sviluppo e la crescita. All’Europa dobbiamo dedicare sempre più attenzione. (…) Una casa comune per il fisco, per il welfare, per le infrastrutture, per l’energia” (Confindustria Mantova)In questo spazio europeo le possibilità sono innumerevoli, tra queste ricordiamo (I) la programmazione europea 2014-2020, che coordina lungo la linea strategica della crescita economica della UE al 2020 (che deve diventare un’economia intelligente, sostenibile e solidale) i programmi e i fondi strutturali, (II) la politica regionale della UE e il rapporto diretto tra UE e regioni. Queste ultime sono state, da tempo, individuate come l’ambito territoriale ottimale per lo sviluppo di politiche e progetti europei di sviluppo e cardine anche della sopracitata programmazione 2014-2020.
Opportunità che per essere colte necessitano di competenze e professionalità specifiche.
Per questo altrettanto rilevanti sono le esperienze e le reti già consolidate di cui Confindustria Lombardia dispone. Tra queste, è di grandissima rilevanza strategica l’Enterprise Europe Network (EEN), la più grande rete europea di supporto alle piccole e medie imprese per l’internazionalizzazione, l’innovazione e il trasferimento tecnologico, che eroga i propri servizi attraverso il Consorzio Simpler (Support Services to IMProve innovation and competitiveness of businesses in Lombardia and Emilia-Romagna) di cui Confindustria Lombardia è partner. Complementare a EEN è la presenza a Bruxelles (insieme a Confindustria e Assolombarda), per sfruttare appieno il rapporto privilegiato, biunivoco, tra la UE e le regioni.
La Commissione Europea da tempo ricorda che le imprese internazionalizzate ottengono migliori risultati delle imprese che non lo sono, rafforzando così la relazione tra internazionalizzazione e competitività.
Nel proprio rapporto “Italia multinazionale 2014”, l’ICE censisce le iniziative internazionali (ivi compresi investimenti diretti esteri nel mondo volti alla creazione, all’ampliamento e/o alla co-localizzazione di attività industriali e terziarie). Le analisi svolte evidenziano come il modello di crescita delle imprese italiane all’estero mantenga una stretta coerenza con i tratti tipici del Made in Italy e della struttura industriale del Paese: un intenso impegno a rafforzare la presenza commerciale soprattutto nei paesi ricchi, cui si accompagnano processi di rilocalizzazione strategica per lo più verso aree “vicine” in senso geopolitico, culturale e logistico. Tra i segnali positivi vanno segnalati l’aumento della presenza italiana in Nord America e il crescente coinvolgimento delle nostre PMI nei processi di internazionalizzazione produttiva, cui si accompagna una buona tenuta della presenza all’estero delle grandi imprese. Sullo sfondo, tuttavia, il persistere di un gap di globalità, soprattutto in riferimento all’area del Pacifico, nuovo epicentro dell’economia mondiale, e la modesta propensione multinazionale di molti settori terziari.
L’internazionalizzazione ha tante vie. Se lo sviluppo di modalità per le nostre imprese di cogliere le opportunità fuori dai confini nazionali è molto rilevante, altrettanto può e deve essere fatto per attrarre imprese straniere. L’attrazione dei c.d. FDI (Foreign Direct Investments, investimenti stranieri diretti) è un punto di forza per il territorio che riesce ad attuare tale politica. Infatti, le imprese straniere che si insediano portano occupazione, competenze e tecnologie, risorse, concorrenza, nuovi modelli di business e possono – quindi – avere la capacità di far rinascere territori o settori che sembravano ormai destinati al declino. Il loro impatto è quindi benefico e rende un territorio ancora più vitale e competitivo.
I programmi, le azioni e i progetti scaturiranno dall’interlocuzione interna ed esterna, tra Confindustria Lombardia e i suoi stakeholder. Quindi quanto di seguito non vuole vincolare o circoscrivere il raggio d’azione ma sono alcuni esempi di buone pratiche di supporto all’internazionalizzazione, note e sviluppate da tempo. Gli ambiti di azione sono già noti, ma vanno riarticolati con determinazione. Tra quelli più rilevanti di cui Confindustria Lombardia può fare sintesi e portare a sistema:
I. Riarticolazione delle politiche di intervento
La riorganizzazione anche a livello regionale delle iniziative e dei fondi dedicati all’internazionalizzazione è condizione dalla quale non si può più prescindere: per supportare le nostre imprese è infatti fondamentale mettere a sistema tutte le singole iniziative sviluppate dai diversi protagonisti (Camere di Commercio, Regione, agenzie speciali, ecc). Solo facendo sistema, attraverso un maggiore coordinamento e sinergie continue, è possibile ottimizzare i fondi a disposizione ed evitare che vengano dispersi e frammentati in tante piccole iniziative.
II. Partecipazione alla vita della locale comunità internazionale
Il consolidamento del rapporto con la comunità internazionale, in primis le rappresentanze consolari, presenti in Lombardia per la promozione del sistema industriale lombardo, e delle sue tante eccellenze come il manifatturiero, sarà finalizzato a migliorare le prassi esistenti e ad incrementare gli scambi con l’estero a favore di entrambe le parti. Verranno promosse azioni congiunte con le associazioni territoriali per supportare le imprese interessate a investimenti esteri, joint venture e a sedi commerciali in tutto il mondo.
III. Sostegno finanziario
L’internazionalizzazione impone all’impresa risorse finanziarie supplementari. Questo aspetto, insieme alle “informazioni di elevato valore”, è sicuramente da indicare tra le priorità. Tuttavia è bene rilevare come l’aspetto finanziario sia molto più di una questione di gestione dei flussi di cassa o di possibilità di accesso a finanziamenti aggiuntivi ma anche di gestire aspetti delicati e specifici come il rischio di cambio, la garanzia dei pagamenti all’estero, le difficoltà per la concessione di agevolazioni di pagamento ai clienti esteri ecc. Finanziare l’internazionalizzazione significa agevolare i meccanismi finanziari dell’internazionalizzazione (anche con la formazione) e, d’altro lato, supportare l’accesso ai fondi aggiuntivi necessari a finanziare le operazioni internazionali, quali gli investimenti all’estero. I voucher all’internazionalizzazione, citati in precedenza, ricadono in questa categoria.
IV. attrazione degli FDI
Per essere competitivo un territorio deve essere in grado di essere attrattivo nei confronti di imprese internazionali e degli investimenti diretti internazionali (Foreign Direct Investments – FDI). Per questo Confindustria Lombardia intende sfruttare tutte le potenzialità della rete EEN anche per svolgere un’azione di sviluppo e di attrazione di imprese e investimenti in Lombardia. Inoltre intende svolgere un’attività di costante promozione del sistema industriale lombardo: (I) organizzando incontri e missioni B2B, (II) incontrando con continuità le delegazioni di Istituzioni straniere, (III) promuovendo i cluster e, più in generale, il sistema Lombardia in tutte le occasioni ed eventi con respiro internazionale.
V. azioni a livello europeo
L’ambito dell’Unione Europea è sicuramente uno spazio privilegiato per le attività internazionali. Confindustria Lombardia può sfruttare una rete consolidata di esperienze, attività e servizi che già svolge per le imprese. In questo ambito le necessità e spazi di azione riguardano:
(I) promuovere la rimozione di ostacoli, barriere tariffarie e non legate ad alcuni paesi di particolare interesse, auspicando nello specifico l’accelerazione, a livello europeo, alla conclusione dell’accordo di libero scambio UE/USA meglio conosciuto come TTIP; (II) attivare un coordinamento tecnico e istituzionale a livello regionale, valorizzando le competenze e le risorse delle Associazioni Territoriali lombarde presso le istituzioni comunitarie, con l’obiettivo di avere un unico spazio dove far convergere tutti i referenti a Bruxelles delle stesse. Confindustria Lombardia, inoltre, segue da vicino lo sviluppo dei negoziati di libero scambio in corso a livello europeo, fa attività di sensibilizzazione delle imprese e diffonde la conoscenza su opportunità e minacce. È parte di quest’area di azione di Confindustria Lombardia tenere rapporti continui, diplomatici e istituzionali, con omologhe associazioni straniere e le Camere di Commercio italiane e straniere. Nella cornice di intervento europea, si inserisce l’azione per la promozione e il successo della Macroregione alpina EUSALP5 e della sua strategia: la proposta di Confindustria Lombardia è per una regione in sinergia con i territori contigui e fortemente integrata nel contesto europeo. Una regione al centro del cuore pulsante dell’Europa, leader riconosciuta per lo sviluppo e la competitività.
La Macroregione EUSALP deve essere una grande area funzionale a costruire una vera industria pensante e interconnessa. Dovrà essere attivata una governance multilivello che garantisca un efficace coordinamento interterritoriale e definisca gli aspetti progettuali, gli strumenti finanziari e normativi coinvolgendo tutti i soggetti, pubblici e privati. Per far ciò è necessario dotare la Macroregione di una riconoscibilità, prendendo spunto dalle best practice di misure già sperimentate per altre macroregioni. Solo così EUSALP potrà ambire a diventare uno spazio in grado di attrarre intelligenza e innovazione: idee, capitali, persone e merci per generare lo sviluppo.
Gli stakeholders: Regione Lombardia, Sistema Confindustria nazionale e regionale, Sistema Camerale lombardo, Invest in Lombardy, ICE, MISE, Consolati presenti a Milano, Commissione Europea, Governance EUSALP, EASME, Associazioni, Banche, SACE, SIMEST.