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Capitale umano e formazione professionale

6.1. Premessa

Un Capitale Umano d’eccellenza è alla base della capacità di un territorio di essere competitivo. Il capitale umano si costruisce attraverso l’istruzione scolastica e la formazione in aula da un lato e la formazione sul campo, sul posto di lavoro, seguendo due diversi percorsi di apprendimento e di accumulo.

Forte di una tradizione formativa di alto livello e di un’esperienza di alternanza scuola-lavoro che ha radici molto profonde, il sistema formativo lombardo si è sempre contraddistinto per la capacità di rispondere alle esigenze di conoscenze e professionalità richieste delle imprese.

“…la metà di questa disoccupazione è attribuibile al gap fra le competenze richieste dalle aziende e le competenze dei giovani. Abbiamo cioè un problema di mismatch, tra attese e realtà. Quasi un terzo della disoccupazione giovanile può essere attribuita alla divergenza tra profili richiesti e competenze dei candidati” (Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza)

6.2. Obiettivi e ragioni

Il successo delle imprese è da sempre legato a doppio filo alla qualità dei giovani che si formano nelle nostre scuole. L’istruzione tecnica è nata e si è sviluppata per rispondere a esigenze specifiche della realtà produttiva, svolgendo a lungo e con successo la funzione di formare figure adeguate alla domanda di professionalità proveniente dal mondo delle imprese.

Nelle aree a elevata e storica industrializzazione come la Lombardia, gli istituti tecnici industriali hanno sempre costituito per le imprese uno straordinario bacino di reperimento di risorse umane qualificate.

Questo segmento dell’istruzione ha accompagnato la crescita economica e sociale del nostro Paese, le varie fasi di sviluppo che si sono succedute, adeguando in più occasioni e con modalità diverse i percorsi di studio, con il preciso obiettivo di formare quei profili intermedi - i “periti”, appunto - che proprio in virtù delle loro caratteristiche e competenze tecnico-professionali hanno costituito il “motore” della crescita del tessuto industriale nazionale e contribuito a traghettare il Paese verso il suo moderno ruolo di potenza industriale.

Ancora oggi il tessuto delle piccole imprese italiane, in particolare, è profondamente legato alla funzione svolta dal sistema dell’istruzione tecnica secondaria e terziaria, i cui diplomati sono richiesti in misura ben più elevata dei laureati, pur essendo più difficilmente reperibili sul mercato del lavoro.

Tuttavia l’impressione è che, nel corso del tempo, ci sia stato un progressivo abbandono della funzione più propriamente professionalizzante a favore di una formazione culturale di tipo, sì, generale e polivalente, ma proprio per questo bisognosa di ulteriori percorsi formativi specialistici post-secondari. L’istruzione tecnica, in altri termini, ha finito per perdere la sua identità originaria e ha visto progressivamente indebolirsi la sua funzione di percorso formativo dotato di una propria autonoma e riconosciuta “terminalità”.

Occorre quindi recuperare il forte legame con il contesto territoriale e produttivo per garantire agli studenti degli istituti tecnici competenze sempre aggiornate alla rapida evoluzione che caratterizza oggi il sistema economico.

Con l’obiettivo di rispondere a queste nuove sfide Confindustria Lombardia intende valorizzare le best practice realizzate in tema di education sui vari territori, operando un intervento di sistematizzazione che ne consenta una più ampia diffusione e una replicabilità sostenibile a livello regionale e mettendo a disposizione:

I) il know-how costruito negli anni in collaborazione con il sistema educativo e formativo per la predisposizione di metodologie e sperimentazioni per favorire la didattica per competenze; II) il costante rapporto con le imprese associate nell’individuazione delle competenze chiave per la competitività del territorio e nell’attivazione di iniziative di alternanza scuola-lavoro maggiormente strutturate che promuovano l’apprendimento di tali competenze in contesti lavorativi. Su questo fronte, la linea strategica di Confindustria Lombardia si muove in sintonia con un contesto in continua evoluzione, sia a carattere nazionale con la Legge 107/2015 Riforma del sistema nazionale di istruzione, la cosiddetta Buona Scuola, sia a carattere regionale con la Legge Regionale 30/2015 “Qualità, innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Regione Lombardia”. Entrambi i provvedimenti hanno tra i punti fondanti un forte collegamento tra il mondo del lavoro e quello dell’istruzione, che si traduce ad esempio nell’obbligatorietà all’alternanza scuola-lavoro e nella promozione dell’istruzione tecnica e professionale.

6.3. Programmi e azioni

Affinché lo sviluppo del capitale umano abbia successo, è fondamentale la continuità nel tempo delle linee d’azione che non devono essere vissute come iniziative spot ma come vero e proprio modus operandi.

Partendo dalle buone pratiche sviluppate dalle Associazioni Territoriali, tra le quali ricordiamo ad esempio anche il Progetto Rosa del Club dei 15 dedicato alla promozione e l’avvicinamento delle ragazze all’istruzione tecnica, è stato predisposto quanto segue. Anche in questo ambito, le linee di intervento indicate, sono da considerarsi a titolo esemplificativo: i programmi e le azioni saranno concordati con gli stakeholder.

I. individuazione dei fabbisogni delle imprese e delle dinamiche evolutive del mercato del lavoro, con la finalità di allineare le competenze in uscita dei giovani dai percorsi di studio a quelle ritenute strategiche dalle imprese per competere sul mercato. Tale indagine andrà necessariamente coordinata con quanto sta emergendo in tema di Industria 4.0, con particolare riferimento alle competenze richieste ai futuri professionisti della meccatronica;

II. valorizzazione dell’alternanza scuola lavoro, quale occasione per le imprese di dialogare con la scuola nella promozione di una didattica articolata per competenze e per gli studenti di presa di contatto con il mondo del lavoro. La valorizzazione può avvenire anche tramite il rafforzamento della filiera post-diploma di istruzione tecnica, in particolare attraverso il consolidamento dell’offerta formativa degli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Tale approccio mira a consolidare i modelli finora sperimentati e diffonderli anche presso le imprese di piccole dimensioni;

III. realizzazione di una rete di laboratori didattici (FabLab/corner), con la finalità di ottimizzare e mettere a disposizione di una platea più ampia di istituti tecnici e professionali delle infrastrutture laboratoriali già presenti sul territorio lombardo (presso aziende, università, centri di ricerca, …) quali ambiti di apprendimento tecnico-pratico, anche nella prospettiva di una loro ulteriore implementazione.

IV. mentorship: una sorta di “adozione” formalizzata da parte di una risorsa, magari prossima al pensionamento, di un giovane o gruppo di giovani, facendo fare loro una parte esperienza guidata sul campo e un parte di aula presso l’azienda stessa. Questo affiancamento ha il grande vantaggio di valorizzare l’esperienza del sapere fare in un’ottica di positivo passaggio generazionale.

Gli Stakeholders: Associazioni Territoriali socie di Confindustria Lombardia, Regione Lombardia e tutte le istituzioni competenti in materia di formazione e lavoro, Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e tutti gli operatori dell’orientamento, Istituzioni scolastiche e formative, Imprese, Studenti e famiglie, Parti sociali (Associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali), Fondazione Cariplo.

Un Capitale Umano d’eccellenza è alla base della capacità di un territorio di essere competitivo. Forte di una tradizione formativa di alto livello e di un’esperienza di alternanza scuola-lavoro che ha radici molto profonde, il sistema formativo lombardo si è sempre contraddistinto per la capacità di rispondere alle esigenze di conoscenze e professionalità richieste delle imprese (…). Il sapere e il fare devono essere due facce della stessa medaglia.